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«Perché scoprire Pietro Floridia non basta» di Dario Adamo. La ricchezza culturale di una comunità è costituita dal suo patrimonio autoctono, pur sempre influenzato da apporti esterni. Se questa affermazione parrebbe scontata e pienamente accettata da etnologi e antropologi, sembra trovare ostacoli nella mente degli storici della musica più conservatori. Essi infatti, esponenti della cultura mitteleuropea, reputano inferiori ed arretrate non solo le culture musicali non occidentali, ma anche quelle prodotte da aree limitrofe alla loro. Queste, designate come aree periferiche, hanno cercato di esprimersi nel proprio linguaggio lottando, con risultati alterni, per non adeguarsi alla cultura egemone, operando talvolta con ingiustificati complessi di inferiorità che hanno di fatto provocato un pesante ricorso alla cultura dominante. Daltronde, lomologazione culturale provocata dallattuazione e dallimposizione del sistema capitalistico, di cui un aspetto è la tendenza alla progressiva specializzazione e polverizzazione del sapere, ha causato, in ambito musicale, anche leclissarsi della figura del cantore popolare, cosicché lunica possibilità data a chiunque avesse voluto assecondare le proprie inclinazioni artistiche è stata quella di una scelta altamente professionale con la quale guadagnarsi da vivere. Tra i siciliani che si distinsero nellarte musicale attingendo con accondiscendenza alla poetica egemone, si contano esempi illustri come Antonio Il Verso, Alessandro Scarlatti e Vincenzo Bellini, e meno eclatanti come Giovanni Pacini e Errico Petrella. Il contributo proveniente dalle zone periferiche appare oggi scarno per lesiguità dei documenti pervenutici. Tale carenza è in parte dovuta alla politica denigratoria del centro e in parte alla negligenza degli operatori attivi nella periferia. Se, per limitarci alla città di Modica, le ricerche sul francescano Vincenzo Ragusa (Modica, 1630 - 1703) sembrano disperate, si è più ottimisti - data la vicinanza anagrafica - nel caso di Pietro Floridia (Modica, 1960 - New York, 1932). La produzione di questultimo, pur se non ancora esteticamente e tecnicamente valutata appieno, è degna, se non altro, di interesse storico e bibliografico tanto che la trascuratezza mostrata dalla storia della musica nei suoi confronti lascia esterrefatti. Le numerose manifestazioni di lode nei confronti del musicista e della sua produzione, operistica e sinfonica, presentate da Giovanni Dormiente nel saggio Pietro Floridia: musicista senza patria, Modica : A.E., 1991, ha convinto il lettore della immeritata sorte toccata a Floridia e della strana cappa di silenzio calata sul suo operato. Ma una simile convinzione non ha riguardato musicologi e bibliografi musicali: essi non hanno ancora cominciato lopera di analisi e di critica dellintera produzione del maestro modicano. A parte il saggio di Dormiente, le uniche attività indirizzate alla valorizzazione dellesperienza floridiana sono state la raccolta documentaria realizzata dallassociazione che porta il nome del musicista e le incisioni effettuate da compagini orchestrali dirette dal m° Silvano Frontalini. Nonostante questi sforzi, i canali dinformazione divulgativi e specialistici non garantiscono ancora unampia ed efficace promozione. Un utile aiuto in tal senso proviene dalla creazione di alcune pagine web (raggiungibili digitando lindirizzo http://www.modicaonline.com/pietro.htm) dedicate a Floridia e dovute alliniziativa di Aldo Dimartino, curatore del sito Modicaonline. Le pagine sono organizzate in cinque percorsi facoltativi riguardanti la vita del musicista, la critica apparsa nei quotidiani dellepoca, la sua produzione, le immagini raccolte dal centro studi Pietro Floridia, lascolto delle pagine musicali floridiane. Dallinizio di agosto questo spazio in Internet può contare su unulteriore promozione ed un accesso automatico attraverso la "Homepage della musica in Italia": il curatore dell homepage, il dott. Massimo Gentili-Tedeschi (responsabile dellUfficio Ricerca Fondi Musicali sito presso la Biblioteca del Conservatorio di Milano) ha collocato il sito alla voce Italian music composers nella sottosezione Single italian composers. Questo accesso alternativo rende statisticamente più probabile la consultazione delle pagine floridiane da parte di unutenza specialistica o particolarmente interessata. Una tale apertura in futuro potrebbe stimolare un potenziamento, non necessariamente quantitativo ma qualitativo, di tali pagine (inserendo, per esempio, un catalogo tematico sintetico che riporti esaustivamente tutte le opere del maestro, alcune pagine autografe o a stampa, magari corredate da relative ipotesi analitiche ...). Ma la ricerca documentaristica rappresenta solo un buon avvio nelloperazione di rivalutazione di un musicista e della sua produzione. Per non rischiare di glorificare inutilmente una figura storica, alla ricostruzione delle vicende biografiche e alla raccolta dei dati inerenti lopera deve seguire unattenta analisi compositiva e una conseguente critica condotta con strumenti musicologici moderni. Concentrare gli sforzi su una figura in maniera scrupolosa, interessa la storiografia ma non rappresenta ancora un valore sociale. Il fine della ricerca deve essere la riscoperta musicale generale che stimoli la collettività a conoscere il passato musicale per poter vivere appieno lambiente sonoro che la circonda. I segnali di un crescente desiderio di sapere musicale nel panorama modicano cominciano a farsi chiari. Un elemento che indica tale tendenza è la passione che anima un gruppo di docenti, coordinato dallabile Giorgio Rizza, che opera con il nome di Accademia musicale Pietro Floridia(presso lEnte Liceo Convitto in S.Anna). Oltre ad essere una delle poche scuole locali ad offrire una preparazione tecnica strumentale, questa ha le potenzialità per allargare lofferta didattica ad aspetti di cultura musicale che vadano al di là dellapprendimento tecnico e possiede anche i presupposti per proiettarsi verso lesterno. Nel mondo musicale ragusano si sta vivendo una fase di transizione nella quale si stanno creando le condizioni per un incontro tra limpellente richiesta conoscitiva e laumentata consapevolezza degli operatori locali (organizzatori, musicisti ed esponenti della nascente musicologia iblea); lesito positivo di questo incontro potrà rendere in futuro le occasioni concertistiche e gli appuntamenti di cultura musicale in genere interessanti momenti di crescita culturale per lintera collettività.
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