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Musica e Terapia. di Dario Adamo Lattribuzione di un potere magico alla musica e la funzione religiosa e terapeutica dei suoni sono elementi costanti dellesperienza umana. Il concetto di musica come terapia è stato trattato da pensatori di tutte le epoche e in varie parti del globo. La musicoterapia come disciplina nasce però solo nel Novecento quando da rituali e pratiche empiriche si passa a protocolli terapeutici che implicano osservazioni mediche rigorose, esperienze cliniche, biologiche e neurofisiologiche. Questa disciplina è riconducibile allambito degli interventi di arte-terapia, indicando con tale termine linsieme delle terapie non verbali che adoperando le attività creative cercano di aiutare gli individui che si trovano in situazione deficitaria rispetto ai limiti che la società dà alla normalità fisica e psichica o di migliorare la qualità della vita in qualunque condizione il soggetto si trovi, cercando di armonizzarne, integrandole, le componenti corporee e psichiche. Il corpus disciplinare della musicoterapia ha origine dalla riflessione sul rapporto Uomo-Suono, nesso privilegiato dello stato comunicante a partire dalla trasmissione biologica tra madre e feto fino a quella sociale della dinamica comunitaria. Lelemento sonoro, sebbene asemantico, permette manifestazioni comunicazionali ed artistiche tipiche delluomo; esso, stimolando i sensi, suscitando sensazioni ed emozioni, provocando reazioni fisiologiche e mentali funge da oggetto intermediario nel ricondurre lindividuo ad un ordine naturale ristabilendo la sintonia psico-fisica dellessere con lambiente. La musicoterapia è applicata in tre aree: educativo-preventiva, riabilitativa e psicologico-.psichiatrica e viene praticata secondo due diverse metodologie: musicoterapia attiva o produttiva, in cui il paziente stesso produce suoni tramite strumenti musicali semplici e musicoterapia passiva o recettiva basata sullascolto di brani scelti dal terapeuta. Esse hanno il più diffuso ed immediato, ma non esclusivo, utilizzo nel trattamento di patologie neuro-sensoriali-psicologiche e mentali, nella cura di patologie relative allapprendimento e allintegrazione. La prassi musicoterapeutica si è dimostrata utile in diversi settori: "è considerata facente parte delle metodologie pedagogiche nei programmi di sostegno; offre nel corso delle sedute psicoterapiche di stabilire una relazione affettiva con pazienti colpiti da nevrosi gravi e psicosi e svolge un ruolo catalizzatore perché prepara emozionalmente il terreno ad altre influenze terapeutiche; serve a creare una musica datmosfera negli ospedali e negli istituti per anziani; serve a mitigare gli effetti dolorosi di alcuni interventi chirurgici, odontoiatrici e anche durante il parto; può essere considerata un trattamento degli stati ansiosi per le sue proprietà rilassanti e riequilibranti [...]. La musica è pure utilizzata nelle patologie psicosomatiche; nei soggetti instabili e nervosi e serve ad indurre lipnosi"1. In Italia la musicoterapia, vista in passato come pratica alternativa, ha raggiunto unindubbia professionalità suscitando linteresse di terapisti, delle famiglie con soggetti portatori di handicap, ma anche la curiosità del cittadino comune. In una visione di più ampio respiro che trasformi la musicoterapia in una pratica sociale, è senzaltro positivo la sua introduzione nel mondo scolastico (ufficializzata allinterno dei programmi ministeriali della scuola elementare con il D.P.R. 12 febbraio 1985) ove attività musicoterapeutiche ed educazione musicale potrebbero condividere lo spazio dedicato allo sviluppo delle facoltà acustiche. La musicoterapia nella vita scolastica oltre ad essere utile per il soggetto portatore di handicap si propone come unattività non esercitativa e ripetitiva ma improntata alla libera espressione e comunicazione, come esperienza-conoscenza dei propri significati esistenziali, personali, relazionali, vitali, sociali per tutti i giovani utenti in formazione. Altro ambito disciplinare afferente alle arti-terapie che ha già suscitato ampio interesse a livello locale e nel mondo della scuola è la danzaterapia. Strumento utile a livello preventivo e riabilitativo-terapeutico, la danzaterapia si propone di contribuire allarmonico sviluppo dellindividuo attraverso luso del movimento, inteso come mezzo per la riscoperta del corpo e delle sue capacità espressive, al fine di promuovere lintegrazione psichica, emozionale, relazionale e affettiva dellindividuo attraverso lo sviluppo del processo creativo; non si tratta di un metodo impositivo di apprendimento motorio ma di uneducazione allespressione motoria che stimoli la creatività individuale. Volgendo lo sguardo alla situazione in provincia di Ragusa ci accorgiamo che, purtroppo, i pionieri della musicoterapia iblea hanno operato, ed operano, in un territorio carente di strutture, in cui le risposte alle molteplici situazioni di handicap sono scarse ed inadeguate. I nostri centri di riabilitazione, assistenza e terapia non ottengono uno sviluppo ed una crescita umana dellindividuo, ma fungono da zone di parcheggio in cui i soggetti svolgono attività poco più che ricreative. A Ragusa lunica esperienza di musicoterapia è frutto della volontà di un gruppo di genitori colpiti in prima persona dalla debolezza dellorganizzazione istituzionale. Tale gruppo ha dato vita allARTHAI (Associazione Ragusana Tutela Handicappati e Invalidi), ospitata nei locali della Scuola Media ad indirizzo musicale F. Crispi. In questa struttura unéquipe di specialisti ed educatori segue una dozzina di giovani tra i venti e i venticinque anni con deficit sensoriali e/o psichici di grado medio-lieve. Dellequipe fanno parte anche il musicoterapeuta Gianni Guastella, formatosi al Corso quadriennale del Centro Educazione Permanente di Assisi, e la danzaterapeuta Irene Aparo, proveniente dal Centro studi danza e movimento di Firenze. Nel tentativo di creare uno scenario più favorevole per la propria disciplina gli operatori iblei, tra cui gli stessi Guastella, Aparo e la musicoterapeuta Tiziana Garofalo, hanno costituito lassociazione Creartherapy (Creatività-Arte-Terapia) per divulgare le artiterapie nel territorio tramite la ricerca, la sperimentazione e lo studio dei linguaggi non verbali con attività formative e informative. Grazie a questo gruppo lefficacia delle artiterapie comincia ad essere compresa: da qualche tempo è aumentata la domanda di corsi di aggiornamento informativi-esperienziali rivolta ai nostri artiterapeuti da parte di docenti e direttori didattici. I primi sforzi di chi opera in Creartherapy hanno gettato le basi per una migliore e più ampia applicazione della musicoterapia nellambito del disagio, creando le condizioni per una sua maggiore diffusione nel tessuto sociale.
Note 1. T. Manusardi, A.Totis, F.De Conno, Musica e arti figurative nelle cure palliative in Quaderni di cure palliative, vol.4 n. 1/96, p.294.
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