La Tecnica Incisoria

   
 

ACQUAFORTE

Il suo nome deriva dal termine impiegato nel XV secolo dagli orafi per indicare l'acido nitrico. Tecnica calcografica indiretta, cioé in cui l'incisione della matrice awiene mediante l'azione corrosiva dell'acido. La lastra di metallo, dopo essere stata sgrassata con bianco di Spagna e acqua, viene ricoperta, con un pennello morbido, da un sottile strato di vernice liquida antiacida a base di cera d'api e bitume giudaico. Dopo l'eventuale affumicatura (annerimento della superficie), si passa a tracciare con una punta il disegno, graffiando leggermente il metallo (senza inciderlo, scoprendolo in corrispondenza dei segni. Ricoperto con la vernice anche il retro della lastra, si passa all'immersione nel liquido corrosivo, che intacca e incide (leggermente in profondità a seconda del tempo di morsura) il disegno tracciato in precedenza. L'acquaforte, per la sua libertà espressiva e scorrevolezza esecutiva, è la tecnica calcografica più diffusa e praticata. L'Acquaforte ha trovato in Rembrandt il suo più grande interprete. Non possiamo tuttavia dimenticare il Parmigianino (1503-1540), fra i primi a intuirne le infinite possibilità, e poi, H.Seghe (1590-1638), J. Callot (1592-1635), A. Van Dick (1599-1641), 8. Della Bella (1610-1644). Nel '7( la grande scuola veneta dei Tiepolo, Canaletto, Piranesi, M.Ricci, e ancora, uno dei più singolari, F.Goya (1746-1828), C.Mervon (1821-1868), G Fattori (1825-1908), J. Ensor (1860-1949 P.Picasso (1881-1973), fino a L.Bartolini (1892-1963), G.Morandi (1890-1964) e tantissimi altri.

 
   
   
   
     
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