In America li chiamano OOPART, Out Of Place Artifacts, ovvero "manufatti fuori posto". Il termine è stato inventato diversi anni fa da uno studioso "eretico", il naturalista americano Ivan Sanderson (molto mal tollerato negli ambienti scientifici per il suo interesse al mistero del triangolo delle Bermuda). Indica le decine e decine di oggetti anacronistici scoperti in questo secolo e nascosti negli archivi e nelle cantine dei musei. Già; gli OOPART vengono tenuti nascosti al grosso pubblico, insinuava Sanderson, perché la scienza ufficiale ha paura ad ammetterne l'esistenza: mettono in crisi la visione della storia acquisita, ci costringono a retrodatare la vita su questo pianeta all'epoca di Atlantide, il mitico continente scomparso circa diecimila anni fa. A meno che gli OOPART non si debbano attribuire al passaggio di visitatori extraterrestri... Qualche esempio di OOPART? Pile elettriche del tempo dei Sumeri (3500 a.C.), lenti da microscopio trovate in tombe egizie, calcolatrici dell'antica Grecia e persino modellini di aeroplani, vecchi però di cinquecento anni! Tutti reali ed esistenti, ma custoditi al riparo da occhi indiscreti! Dalla candela d'auto... Il primo OOPART "ufficiale" fu rinvenuto in America. E' il "geode (blocco di cristallo) di Coso"; una pietra trovata nel 1961 sulle montagne di Coso in California da tre gioiellieri: Mike Mikesell, Wallace Lane e Virginia Maxey. A costoro sembrò un bel minerale che, una volta lavorato, poteva essere venduto... Quando cercarono di tagliarlo, la sega si spezzò. Dopo ripetuti tentativi, il geode venne infine diviso in due; rivelò all'interno un cilindretto di metallo lavorato. C'è da dire che la pietra originale era coperta di incrostazioni fossili, vecchie 500 mila anni. I tre gioiellieri si rivolsero ad alcuni scienziati, vennero fatte delle radiografie dell'oggetto, ancora incastrato nella pietra, e si scoprì che era composto da una molla a spirale, un chiodo ed una rondella. Sembrava la candela di una macchina, ma...di epoca preistorica! I tre misero in vendita il loro tesoro per 25.000 dollari, ma non lo acquistò nessuno, forse perché si pensò ad una frode. In Medioriente, culla della civiltà, di OOPART ne sono stati trovati molti: fra questi, una lente molata (un cristallo lavorato in modo da ingrandire la visione: il tipico pezzo di un binocolo o un microscopio) in una tomba egizia, a Heluan. Altre lenti simili sono state scoperte in Irak; forse la buona conoscenza degli astri degli antichi Sumeri era dovuta al fatto che, 5000 anni prima di Galileo, conoscevano il cannocchiale? ...alla pila elettrica. Irak, 1936. Alcuni operai impegnati nella costruzione di una ferrovia vicino a Baghdad dissotterrano, a Khujut Rabu'a, una tomba coperta da una lastra di pietra. All'interno ci sono diversi oggetti artistici, fra cui un vaso d'argilla contenente un cilindro di rame e un tondino di ferro. Il reperto venne messo nella teca di un museo, con l'etichetta "oggetto di culto". Anni dopo, un archeologo dilettante con il pallino dell'ingegneria, il tedesco Wilhelm Koenig, capì di cosa si trattava veramente: di una pila per l'elettrolisi! Se si versava nel vasetto un qualsiasi liquido acido, come il succo di limone, il rame nel cilindro reagiva e produceva una debole corrente elettrica. Se nel liquido "elettrizzato", poi, si infilava un oggetto di metallo, veniva placcato in oro. Strumenti di precisione. Grecia, 1900. Al largo dell'isola di Antikythera un gruppo di pescatori di spugne trova il relitto di una nave. In seguito, spedizioni archeologiche sottomarine recuperano l'imbarcazione ed il suo carico: vasellame, statue e diversi oggetti corrosi dal tempo, come una serie di ruote metalliche dentate la cui funzione risulta totalmente ignota. Passano settantadue anni ed un archeologo dell'università di Yale, Derek J. De Solla Price, esaminandole ha un colpo di genio: è un meccanismo ad ingranaggi. Price riuscì a ricostruire il contenitore di legno: c'erano dei misuratori all'esterno, che rappresentavano lo zodiaco; una manovella e, all'interno, le ruote dentate. Queste ultime erano di per sé una scoperta eccezionale: sino ad allora si riteneva che gli antichi greci non le conoscessero. Quando Price ebbe ricostruito l'intero oggetto, capì che si trattava di una macchina per calcoli astronomici. Ruotando la manopola, le ruote dentate azionavano alcune lancette che segnavano il moto del sole, nonché il sorgere ed il tramontare di astri e costellazioni.. Altri quadranti riguardavano i pianeti ed i fenomeni lunari. Questo reperto è stato spesso "invocato" dai cultori di ufologia come prova dell'incontro con extraterrestri: solo una civiltà aliena avrebbe potuto insegnare agli antichi greci come costruire un simile apparecchio astronomico di precisione. E per rafforzare questa tesi, fanno notare che altri OOPART, cioè una serie di monili d'oro precolombiani rinvenuti in Bolivia, costituiscono un vero e proprio richiamo per il cielo. Scambiati inizialmente per gioielli a forma di uccello, raffigurerebbero in realtà degli aerei o degli shuttle: hanno le ali squadrate, la calotta per l'equipaggio ed il timone verticale posteriore. Il pilota tedesco Peter Belting ha provato a costruirne un modello in scala, munito di motore: e lo ha fatto volare! Una lampada egizia! In particolare i tedeschi, che vantano credenze antiche e radicate sull'esistenza di continenti perduti, studiano questi oggetti che potrebbero provare la realtà di Atlantide. Lo scienziato Arne Egghebrecht ha ripetuto in Germania, davanti alle telecamere, l'esperimento di Koenig; un voltometro ha misurato la debole corrente sviluppata dalla "pila di Baghdad". Non solo, con quel procedimento Egghebrecht ha potuto dorare dei monili. "Gli accademici ufficiali", ha poi dichiarato, "non vogliono riconoscere l'importanza di questa scoperta, che gli antichi cioè conoscevano l'elettricità, perché dovrebbero altrimenti ammettere che buona parte dei monili d'oro custoditi nei musei sono solo placcati". Gli antichi, dunque, conoscevano l'energia elettrica? Forse sì. Nel tempio egizio di Dendera, un rilievo mostra quella che alcuni interpretano coma una moderna lampadina. E' un bulbo con una serpentina all'interno e, alla base, uno strano congegno che gli egizi chiamavano "Zed" e che stava ad indicare l'energia. "Di queste insolite e anacronistiche raffigurazioni che, piaccia o meno, esistono e fanno riflettere, non è mai stata data una spiegazione ufficiale soddisfacente", ha dichiarato Laura Pisani, che ha catalogato i principali reperti "anomali" sparsi ai quattro lati del globo. "Ma una cosa è certa, che tutte queste scoperte sono localizzate principalmente in quelle aree caratterizzate... dalla costruzione di piramidi: Egitto e Mesopotamia, Siberia, Cina, Messico e Sudamerica". Le viti dei dinosauri. Gli ultimi OOPART sono stati trovati in Russia, fra il 1991 e il 1993, da una spedizione archeologica che stava setacciando il letto del fiume Narada, vicino ai monti Urali. Scavando negli strati preistorici, risalenti al Pleistocene (vecchi cioè due milioni di anni) hanno trovato diverse viti, placche e rondelle microscopiche, grandi dagli 0.003 millimetri ai 3 centimetri. Quasi invisibile a occhio nudo, esaminate al microscopio elettronico sono risultate essere dei manufatti, degli oggetti lavorati con intelligenza! Ma sono assai più antiche dell'uomo. Quale è la loro origine? Atlantidea o extraterrestre? L'analisi dei reperti ha provato che essi sono composti da metalli rarissimi quali il molibdeno ed il tungsteno (lo stesso dei fili delle lampadine elettriche). Sono stati inviati alle Accademie delle Scienze a Mosca, San Pietroburgo e Syktyvka, e anche in Finlandia, ad un istituto di Helsinki. La notizia non ha avuto grande risalto, sino a che uno studioso, Hartwig Hausdorf, ha divulgato in Internet la valutazione dell'istituto di Geologia di Mosca. Per la prima volta la scienza ammette che questi oggetti sono autentici. E, visto che precedono la comparsa dell'uomo, con possono che essere di origine extraterrestre! |