Modica è certamente uno dei centri urbani più antichi della Sicilia. In epoca romana, è ricordata da Cicerone - nel processo contro Verre - come uno dei territori più fertili della Sicilia, sede ambita di avidi decumani senza scrupoli. Fu conquistata dagli Arabi nell'844-45; nelle cronache del tempo risulta munita da una serie di "rocche" che circondavano l'abitato come una cintura fortificata. I Normanni la restituirono alla nazione siciliana dopo due secoli e mezzo di civilissima dominazione musulmana. Da questo momento ha inizio il periodo più glorioso della storia di Modica. Sede della più grande, ricca e potente contea dell'isola, in più di un'occasione contrastò e vinse la volontà sovrana. I Chiaramonte, la seconda famiglia dei conti di Modica, furono alleati potenti delle fazioni che nel XIV secolo si contendevano la supremazia europea: l'Impero e la Chiesa. Gli uomini d'arme di questa casata reggono vittoriosamente il confronto con i più famosi condottieri del tempo: Giovanni Chiaramonte, capitano celebrato di Ludovico il Bavaro, Manfredi Chiaramonte che, in nome e per conto di Urbano VI, conquistò le Gerbe, il terribile covo dei corsari africani, e si oppose, alla conquista della Sicilia da parte dei Martini di Spagna, sono uomini di statura eccezionale che meritano un posto di primo piano tra i soldati di Ventura dell'epica medievale. L'autorità dei Chiaramonte a Palermo era pari, a quella delle signorie principesche che, con i Visconti, gli Estensi e gli Scaligeri fiorivano nell'Italia settentrionale. Ladislao, re di Napoli, ottenne come una grazia il privilegio di sposare Costanza, figlia di Manfredi Chiaramonte, nota per bellezza e ricchezze. Sotto i Chiaramonte, fiorì in Sicilia uno stile artistico che, da loro, prese il nome di Chiaramontano; in ogni angolo della Sicilia feudale, dovunque i Chiaramonte ebbero un castello, resistono ancora le testimonianze di quest'arte particolare.La Contea cessò di esistere con l'abolizione della feudalità nell 812. Da allora, la storia di Modica è quella stessa di cento altre città di Sicilia. Del suo passato, pochi sono i segni superstiti del tremendo terremoto dell'11 gennaio 1693: il Portale De Leva, la facciata del Carmine, il Portale di S.Maria di Betlemme, la Chiesa ed il Chiostro di S.Maria del Gesù. Splendido esemplare di barocco siciliano è la Chiesa Madre di S.Giorgio che si innalza maestosa verso il cielo da un piedistallo di case antiche. Oggi è una popolosa cittadina di 50.000 abitanti, sede di Tribunale e di istituti di istruzione media e superiore. Le sue attività economiche sono costituite principalmente dall'agricoltura, dall'artigianato, dalle piccole e medie industrie e dall'allevamento. Da meno di un ventennio, cura anche l'industria del forestiero, al quale offre una delle più belle spiagge del Mediterraneo: Marina di Modica. Meta di studiosi, specialmente stranieri è Cava Ispica, un monumento che raccoglie, in tredici chilometri di lunghezza, numerose testimonianze di epoche diverse: dalle grotticelle sicule a forno dell'età del bronzo alle catacombe cristiane del Basso Impero, dagli affreschi iconografici della Grotta dei Santi ai ruderi della Chiesetta bizantina di San Pancrati.In un itinerario siciliano, questo centro racchiuso in una conchiglia di roccia, non può sfuggire al turista nostrano o forestiero. Gli splendidi panorami del Monserrato e del Belvedere o la visione notturna del Castello, incastonato da lampi di luce contro il cielo di velluto nero, sono visioni che si stampano, attraverso gli occhi, nel cuore di quanti amano ancora la bellezza creata in armonia dall'uomo e dalla natura e che insinuano, nei ricordi di una vita, l'accorato fascino della nostalgia. |